Valutazione del rischio

Alberi sicuri in città: il ruolo della valutazione del rischio

La gestione della sicurezza degli alberi rappresenta una sfida complessa, che impone ai professionisti di bilanciare la salute e l'integrità strutturale degli alberi con la necessità di proteggere persone e proprietà. Per affrontare questa complessità, prediligo un approccio integrato che combina le metodologie della Società Italiana di Arboricoltura (S.I.A.) e della Quantified Tree Risk Assessment (QTRA), offrendo una visione completa che spazia dalla pericolosità intrinseca dell'albero alla quantificazione del rischio potenziale.

Il metodo S.I.A. si concentra sulla valutazione della pericolosità dell'albero, intesa come la sua intrinseca propensione al cedimento strutturale, sia esso totale o parziale. Questa analisi peritale può essere condotta esclusivamente da professionisti qualificati e si articola in quattro fasi fondamentali: anamnesi, diagnosi, prognosi e prescrizioni. La valutazione inizia con un'analisi visiva dettagliata dell'albero e del suo sito, un'ispezione che richiede al valutatore di muoversi intorno alla pianta per osservare attentamente il colletto, il tronco e i rami, potendo avvalersi anche di semplici strumenti per raccogliere ulteriori informazioni. Qualora il quadro diagnostico non sia sufficientemente chiaro, si procede con approfondimenti diagnostici e/o strumentali, sottolineando che l'analisi strumentale è solo una parte della valutazione e deve essere interpretata alla luce dell'analisi visiva per confermare il giudizio di stabilità. Il risultato di questa fase è l'attribuzione di una Classe di Propensione al Cedimento, che si riferisce esclusivamente alle caratteristiche strutturali dell'albero, indipendentemente dal "bersaglio". Le prescrizioni colturali, come la potatura, devono essere compatibili con l'integrità biologica dell'albero e aderire ai principi della moderna arboricoltura. Va riconosciuto che la valutazione S.I.A. comporta un certo grado di incertezza, connaturato alla natura vivente dell'albero e all'imprevedibilità degli eventi climatici, e il suo scopo è valutare la pericolosità degli alberi, non il rischio complessivo di convivenza tra alberi e persone, la cui analisi è oggetto di procedure specifiche. 

Qui entra in gioco il metodo QTRA, una metodologia che si focalizza sulla quantificazione dei rischi derivanti dalla caduta di alberi e rami, applicando principi di gestione del rischio ampiamente accettati e in linea con lo standard ISO 31000. L'approccio QTRA si basa sul bilanciamento dei costi e dei benefici delle azioni intraprese per ridurre il rischio. Il processo di valutazione del rischio nel QTRA si articola in tre fasi principali: la considerazione dell'uso del suolo in termini di vulnerabilità all'impatto e probabilità di occupazione, la valutazione delle conseguenze di un impatto tenendo conto della dimensione dell'albero o del ramo, e la stima della probabilità che l'albero o il ramo cedano sull'area in questione. L'uso del suolo è di gran lunga la componente più importante per il QTRA, e la valutazione dei "bersagli" (qualsiasi cosa di valore che potrebbe essere danneggiata) include l'occupazione umana, il traffico veicolare e il valore della proprietà. Un aspetto chiave del QTRA è la sua capacità di calcolare un rischio di danno annualizzato combinando questi valori, e di confrontare tale rischio con soglie di rischio accettabili e tollerabili. Il QTRA non mira a classificare gli alberi come "sicuri" o "non sicuri", ma a quantificare il rischio di danno significativo, permettendo ai gestori di bilanciare la sicurezza con il valore dell'albero.

L'integrazione di questi due metodi offre un approccio robusto alla gestione del patrimonio arboreo. La valutazione S.I.A., con la sua rigorosa analisi visiva e strumentale dell'albero, fornisce le informazioni essenziali per stimare la "probabilità di cedimento", una delle tre componenti chiave del QTRA. Una volta quantificata la pericolosità dell'albero attraverso il metodo S.I.A., il QTRA completa il quadro introducendo la dimensione del potenziale impatto (basata sul diametro dell'albero o del ramo) e, soprattutto, l'analisi del "bersaglio" e dell'uso del suolo. Questo permette di convertire la pericolosità intrinseca dell'albero in un rischio di danno quantificabile e significativo. 

L'approccio combinato consente al gestore di stabilire priorità nelle valutazioni, concentrando gli sforzi di indagine dettagliata (come quelle previste dal S.I.A.) sugli alberi che presentano un'interfaccia significativa con bersagli di alto valore, come strade trafficate o aree ad alta occupazione umana. Le soglie di rischio consigliate dal QTRA diventano strumenti preziosi per le decisioni gestionali, permettendo di valutare se un rischio è ampiamente accettabile, tollerabile (e se sia riducibile al livello più basso ragionevolmente praticabile - ALARP), o inaccettabile. In questo modo, le decisioni non si basano solo sulla condizione dell'albero, ma anche sulla relazione tra l'albero e il suo ambiente, considerando anche i benefici ambientali, visivi e culturali che gli alberi forniscono e che andrebbero persi con misure di controllo eccessive.
Cerca